Sì, certo: lo scudetto. Come cantano gli intramontabili Pooh; “ci penserò domani” o, meglio, tra un paio di settimane. Casomai. Ma anche fra tre o quattro mesi perché il percorso a tappe del campionato rende un po’ stucchevole discuterne dopo sol 12 giornate. Se non che il campo racconta una realtà molto diversa da quella che si sarebbe dovuta riverberare in base ai voti assegnati dagli esperti sui tabelloni dei mercati estivi. Ma sappiamo, e lo confessiamo in premessa per non turbare poi gli animi sensibili, che se le squadre accreditate vanno male le colpe sono dell’allenatore e se quelle invece bocciate vanno bene, il merito allora è del mercato e non certo del tecnico.
Allegri, un caso di scuola
E, in tal senso, quello di Allegri è un caso di scuola perché addirittura la Juventus il mercato l’ha fatto praticamente solo in uscita e la squadra va meglio, anzi molto meglio rispetto all’anno corso. Ovviamente c’è la spiegazione anche in questo caso: mica vorrete trascurare il vantaggio di non giocare le Coppe (un vantaggio tale al punto che dal prossimo anno, dicono, tutti faranno a gara per starne fuori...) rispetto a rose doppie (quasi) in ogni ruolo o a un campionato vinto splendidamente o, ancora, a mercati celebrati come strepitosi.