Yildiz e la panchina in Juve-Empoli: il motivo per cui Allegri ha scelto Milik

Per il turco emoticon sull’attenti dopo il pari: "Una sola via per vincere: lavorare duro". Sei gol di Vlahovic nel primo mese dell’anno: in bianconero soltanto CR7 meglio

Ventiquattro, come i carati dell’oro puro. E oro puro è stato il ventiquattresimo compleanno di Dusan Vlahovic, pazienza se macchiato dalla mancata vittoria sull’Empoli meno di due ore prima della mezzanotte del 28 gennaio, data della nascita di Dusan. Una vittoria che lui stesso aveva propiziato portando in vantaggio una Juve rimasta in 10 dopo un quarto d’ora, prima che il destro velenoso di Baldanzi facesse sfumare i tre punti, trasformandoli in uno.

Vlahovic, gennaio d'oro

Dall’oro al piombo in un’alchimia al contrario il risultato, ma d’oro restano la prestazione di DV9 e il suo mese di gennaio, che in vista della sfida con l’Inter di domenica a San Siro danno ai tifosi bianconeri una fiducia non scalfita dalla delusione per il risultato: che poi anche il piombo alla fine potrebbe rivelarsi utile, nella caccia alla lepre. Utile di certo sarà la mira mostrata da Vlahovic in campionato nel 2024: quattro giornate, quattro volte in gol per sei reti in tutto. Un gennaio quasi senza precedenti nella storia bianconera e il quasi è colpa di un alieno: gennaio 2020, CR7 segna 3 gol al Cagliari, 1 alla Roma, 2 al Parma e 1 al Napoli, per un totale di 7 (striscia parte di una più ampia da 11 giornate consecutive a segno con 15 gol totali).

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Vlahovic-Yildiz, la coppia per l'Inter

Parliamo però di un giocatore nel pieno della maturità, cosa che non si può certo ancora dire del neo ventiquattrenne Dusan. Che alla maturità, mentale e tecnica, si avvicina però a grandi passi: sempre agonisticamente cattivo e rabbioso nell’inseguire gol e risultato, sempre più capace, però, di canalizzare la sua furia solo sull’obiettivo; sempre più abile, da un punto di vista tecnico, nel gestire il pallone anche di spalle e lontano dalla porta, aiutando la squadra a sviluppare l’azione per poi andare a raccoglierne il frutto.

Sfruttando una condizione finalmente tornata ottimale, dopo la pubalgia della passata stagione e la lombalgia che in questa lo aveva frenato dopo un inizio in linea con quello che sta facendo da Natale: quattro gol nelle prime quattro giornate, sette nelle ultime sei (ai sei di gennaio va aggiunto quello del 23 dicembre a Frosinone) con tanto di assist per Rabiot contro la Roma. In mezzo ai due periodi caldi, la perla contro l’Inter del 26 novembre, che cercherà di replicare domenica. Ad aiutarlo al Meazza ci sarà di nuovo Kenan Yildiz, al battesimo da titolare in una sfida Scudetto e alla prima recita in uno dei teatri storici del calcio. Scelta obbligata, ma non solo.

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Allegri e Szczesny su Yildiz

Il talento turco sarebbe stato il scelto per affiancare DV9 anche senza la squalifica del polacco, come d’altra parte era accaduto nelle altre sei partite saltate o iniziate in panchina da Chiesa dal 23 dicembre a Frosinone, quando Yildiz debuttò da titolare e firmò il primo gol in A. Le parole di Allegri - «Yildiz aveva bisogno di ricaricare le pile mentalmente. Quando uno giovane come lui, anche se molto equilibrato e molto tranquillo, fa cinque partite bene e finisce su tutte le pagine dei giornali, ti cala un attimino l’attenzione, tendi un pochino a rilassarti» - e quelle di Szczesny - «Ha le qualità per essere forte, ma deve stare con i piedi per terra» - avevano fatto pensare a qualcuno che il turco potesse aver avuto qualche atteggiamento sopra le righe.

Yildiz, il motivo della panchina

Nulla di tutto ciò: il diciottenne numero 15 si è allenato con l’umiltà che a inizio stagione lo aveva fatto scattare dal barbiere appena Allegri aveva detto «Yildiz deve tagliarsi i capelli». Ma anche con inevitabile euforia e il tecnico ha preferito farlo raffreddare per evitargli il rischio di andare fuori giri, scaldando invece al contempo il motore di Milik che rimane un elemento prezioso. È andata com’è andata, ma Allegri non ha alcun dubbio su Yildiz né sulla sua maturità. Ribadita con il suo post su Instagram dopo Empoli dal turco: «C’è solo una strada per il successo: lavorare duro», con annesso emoticon sull’attenti. E non ha dubbi Vlahovic, col quale Kenan ha legato fin dalla tournée Usa, che addirittura chiama il giovane compagno “baba” (papà, in turco) e, nel ringraziarlo su Instagram per gli auguri, anche “maestro”. L’oro a 24 anni e carati di Vlahovic e il diamante Yildiz: la Signora lucida i gioielli per la Scala.

 

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Ventiquattro, come i carati dell’oro puro. E oro puro è stato il ventiquattresimo compleanno di Dusan Vlahovic, pazienza se macchiato dalla mancata vittoria sull’Empoli meno di due ore prima della mezzanotte del 28 gennaio, data della nascita di Dusan. Una vittoria che lui stesso aveva propiziato portando in vantaggio una Juve rimasta in 10 dopo un quarto d’ora, prima che il destro velenoso di Baldanzi facesse sfumare i tre punti, trasformandoli in uno.

Vlahovic, gennaio d'oro

Dall’oro al piombo in un’alchimia al contrario il risultato, ma d’oro restano la prestazione di DV9 e il suo mese di gennaio, che in vista della sfida con l’Inter di domenica a San Siro danno ai tifosi bianconeri una fiducia non scalfita dalla delusione per il risultato: che poi anche il piombo alla fine potrebbe rivelarsi utile, nella caccia alla lepre. Utile di certo sarà la mira mostrata da Vlahovic in campionato nel 2024: quattro giornate, quattro volte in gol per sei reti in tutto. Un gennaio quasi senza precedenti nella storia bianconera e il quasi è colpa di un alieno: gennaio 2020, CR7 segna 3 gol al Cagliari, 1 alla Roma, 2 al Parma e 1 al Napoli, per un totale di 7 (striscia parte di una più ampia da 11 giornate consecutive a segno con 15 gol totali).

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