Prego.
"Nel lavoro di Giuntoli trovo molti punti di contatto con il mio, quando decisi di rompere il contratto con il Napoli dopo lo scudetto del 1987 e andai alla Roma. L’anno prima la squadra era arrivata settima, era stato l’anno più basso del ciclo di Viola, con l’esonero di Eriksson e il ritorno di Liedholm nelle ultime partite. Trovo similitudini con il lavoro che facemmo allora, nel 1987/1988, cambiammo la squadra e prendemmo tanti giocatori di B, i vari Policano e Signorini. Certo poi prendemmo Voeller, però la maggior parte erano innesti di giovani che venivano dalla B. Arrivammo terzi alle spalle del Milan di Berlusconi che strappò il titolo al Napoli nelle ultime giornate e per un periodo lottammo anche per lo scudetto".
Tornando ad Allegri, quando è il momento giusto per affrontare la questione contrattuale? Difficile immaginare che cominci una stagione con il contratto in scadenza.
"Sì, però c’è il tempo per ragionare a bocce ferme, in estate. Non mi aspetto sorprese, a meno che sia Max stesso a voler fare un cambio di filosofia a 360 gradi, ma non mi ha dato queste sensazioni quando ci siamo sentiti. Cristiano poi è un tipo conservativo con gli allenatori, soprattutto quando raggiunge l’empatia che traspare nel loro rapporto".
La Juve ha iniziato un percorso con la Next Gen portando giocatori in prima squadra, come Yildiz ma non solo. Quanto è importante la seconda squadra?
"Ritengo fondamentale la seconda squadra, limitata ai top club che devono fare le coppe e che lottano per i vertici della classifica, e ai club di settore giovanile. Se ho un settore giovanile come quelli di Empoli e Atalanta, indipendentemente dall’andamento della prima squadra, mi è utile poter avere una seconda squadra che faccia crescere i giovani anziché prestarli. I figli è meglio crescerli in casa anziché mandarli in collegio...".
A proposito di giovani, lei aveva portato Samardzic all’Udinese: sembrava a un passo dall’Inter, poi è stato vicino al Napoli a gennaio e la Juve, che stasera sfida l’Udinese, non lo ha perso di vista. È pronto per il grande salto?
"Lo scorso giugno, uno dei miei ultimi atti all’Udinese è stato proprio un incontro con Giuntoli che già lo aveva cercato con il Napoli. Investire su questo ragazzo è come prendere un titolo bancario dal rendimento sicuro. Chi avrà fiducia sarà ripagato".
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