Milik con l'Empoli, Inter e Udinese
Così come a San Siro, dietro all’evidenza di un’Inter superiore in tutto, si è avuta la sensazione di una Juve comunque non al top: di certo intimidita in alcuni elementi da peso e palcoscenico della sfida, di certo non al top in altri (Rabiot al rientro dopo 15 giorni di stop). Quel ko ha avuto un contraccolpo sul morale bianconero: contro l’Udinese sono mancati quell’entusiasmo e quella cattiveria agonistica che ne derivava che avevano permesso alla Juve di risolvere situazioni complicate quanto quella - molto complicata - di attaccare la squadra di Cioffi chiusa dopo lo 0-1.
Juve, le ragioni dei passi falsi
Ognuno dei tre passi falsi ha dunque ragioni specifiche, ma anche punti in comune che non permettono di derubricarli come tre episodi a sé stanti. A cominciare dai gol subiti: tra Baldanzi libero di caricare il destro dal limite, Pavard libero in area e Giannetti “servito” da Alex Sandro, la difesa pare aver perso un po’ di quella concentrazione e cattiveria che ne avevano fatto uno dei cardini della squadra. L’aspetto mentale è emerso in modo preponderante contro l’Udinese, ma anche con la timidezza mostrata a San Siro e con una mancanza di personalità nel gestire il vantaggio contro l’Empoli.