Illusione e problemi
E pensare che la partita contro la squadra di Di Francesco, presentatosi con un 3-5-2 a specchio di quello bianconero e con il solo Soulé titolare tra i tre gioielli bianconeri in prestito in Ciociaria, pareva nata perfetta. Juve schierata con l’abito classico nonostante i nuovi look provati in settimana, ma bellissima nel trovare spazio a destra allargando Gatti a servire McKennie, scattato in profondità e sontuoso nel controllo e nell’assist per il vantaggio di Vlahovic.
Un 1-0 al terzo minuto che avrebbe dovuto spianare la strada alla Juve, che invece si è persa nella mancanza di concentrazione e cattiveria agonistica ormai abituali dopo che il ko di San Siro ha allontanato le speranze Scudetto. Così i bianconeri hanno sbagliato, quando nella scelta, quando nell’esecuzione e quando in entrambi gli aspetti, passaggi elementari in fase di possesso, lasciando al contempo spazi fino a poco tempo fa inimmaginabili in fase difensiva. Così il Frosinone ha pareggiato con un colpo di testa di Cheddira, dimenticato da Cambiaso e senza che nessuno dei tre centrali intervenisse sul cross di Zortea, liberatosi troppo facilmente di uno spento Locatelli.
E così ha raddoppiato partendo addirittura da un fallo laterale all’altezza della propria area di rigore, con un’azione splendida ma anche pressoché incontrastata, chiusa dal sinistro sotto la traversa di Brescianini (che si è messo in mostra non solo col gol). Azione facilitata da un Rabiot già dolorante e poi uscito, come nel finale di partita è successo a McKennie: la lussazione al primo dito del piede destro del francese e quella alla spalla sinistra del texano, e i dubbi su entrambi in vista di Napoli, sono la nota rimasta stonata della partita.