La Juve e le speranzea
Un ribaltone che spalanca l’inferno sotto la squadra bianconera, in quel momento solo a +7 sul Bologna. Vlahovic però trascina i compagni a scalarle, le pareti dell’inferno, come da discorso «alpaciniano» di Ogni maledetta domenica. Li trascina con l’esempio, le parole e il gol del pareggio, ancora servito da un tocco intelligente di McKennie, sfruttato con controllo e sinistro sul secondo palo perfetti. E poi con la torre di testa che porta al gol salvifico di Rugani. Ed è certo in lui, nove gol nelle ultime sette presenze, che Allegri può trovare il punto d’appoggio su cui rialzare la Juventus.
Da lui e dall’atteggiamento dell’ultima mezzora, quando la squadra bianconera ha preso la partita in mano e dato, come non era successo nei primi 60 minuti, la sensazione concreta di poter segnare. Un lavoro a cui il tecnico potrà dedicarsi con la spinta emotiva che dà sempre una vittoria ottenuta con le unghie e con i denti come quella di ieri. Quelle unghie e quei denti con cui la Juventus deve tornare ad aggrapparsi alle partite dal primo all’ultimo minuto, a cominciare da domenica al Maradona contro il Napoli.
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