“Allegri? Tanto da dire, ma il ciclo alla Juve penso sia finito. Ecco perché”

Il doppio ex Aldo Serena gioca il derby tra il Toro e i bianconeri: “Zapata e Vlahovic da bollino rosso per le difese”

TORINO - Zapata contro Vlahovic è senz’altro la sfida simbolo di Toro-Juve e chi può presentarla meglio di un bomber come Aldo Serena, negli ultimi 70 anni il solo a segnare nel derby della Mole con entrambe le maglie. "Due gol entusiasmanti, pieni di gioia e di rabbia. Nel Toro avevo 24 anni. Brio, che mi marcava, rientrava da un infortunio e decisi di correre tantissimo per stancarlo perché non poteva avere i 90 minuti. Alla fine era affaticato e su un calcio d’angolo all’89’ finsi di esserlo anche io: mi teneva per la maglia, ma quando Junior prese la rincorsa mi liberai con una spinta e scattai sul primo palo, dove sapevo che Leo avrebbe calciato. Segnai e fu 2-1 in rimonta, un’apoteosi. L’anno dopo passai alla Juve, il primo derby era in casa del Toro e tutto lo stadio urlava di continuo uno slogan contro di me, tranne i tifosi della Juve in curva Filadelfia che mi incitavano. Ero teso, avevo le gambe contratte. Su una punizione per noi scattai verso il portiere, per approfittare di una respinta, e il tiro di Cabrini mi colpì sullo stomaco, andando in porta. Un gollonzo, però liberatorio".

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Si rivede un po’ in Zapata e Vlahovic?

"Difficile rivedersi… Zapata ha una potenza atletica a volte disarmante. Non è solo uno stoccatore, quando è in condizione può far male anche partendo da solo dalla trequarti perché ha progressione, cambi di direzione e tiro. Vlahovic è più completo, magari essendo più giovane nei mesi scorsi è stato un po’ più vulnerabile sotto il profilo psicologico, perché avere la maglia numero 9 della Juve è un peso non da poco. Da un po’ di tempo è ripartito alla grande, è in condizione psicofisica perfetta, è il condottiero dell’attacco bianconero e si mette anche al servizio dei compagni. Sta prendendo per mano la Juve ed era ora, adesso la società deve mettergli qualche giocatore alle spalle che abbia la tecnica, l’intuizione e i tempi per dargli il pallone subito".

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Saranno loro due gli uomini derby?

"Sono sicuramente i due da bollino rosso per gli avversari. Ma nei derby poi magari viene fuori il Cuadrado o il Torrisi…".

Oltre che nella sfida a distanza tra loro, Zapata e Vlahovic saranno impegnati in quelle ravvicinate contro Bremer e Buongiorno: duelli paragonabili a quelli dei suoi tempi?

"Il derby di Torino è sempre un derby con tanta aggressività, soprattutto da parte del Toro che ne fa una sua prerogativa. Considerando anche la statura, la stazza dei contendenti, direi di sì, ci può stare: saranno due duelli d’altri tempi".

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Chi erano i suoi rivali più tosti?

"Nel Toro direi Danova, un marcatore vecchio stampo, di quelli che ti seguivano anche in bagno, come si diceva una volta. Nella Juve Brio. Era ostico perché aveva statura e grandi doti aeree. A volte però si fidava un po’ troppo delle sue capacità e in qualche occasione sono riuscito a sfuggirgli e a segnare, non solo con il Toro".

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Chi ha segnato meno sono i partner di Zapata e Vlahovic, Sanabria e Chiesa. Come li vede?

"Chiesa ora mi sembra stare bene e Allegri gli ha dato campo libero per muoversi, che per un attaccante con le sue caratteristiche è la cosa migliore. Gli manca solo un po’ di lucidità sottoporta che spesso ha avuto. Su Sanabria mi ero sbilanciato e lo vedevo in doppia cifra perché è bravo di testa, nelle deviazioni, in area fa sempre il movimento giusto. Non ho mai capito cosa gli manchi".

Da specialista nello sfruttare i cross come vede Bellanova e Cambiaso?

"Due giovani in grande spolvero. Bellanova all’Inter forse aveva patito la concorrenza. Al Toro sta mostrando cambio di passo, resistenza e un cross in velocità che è veramente un’arma speciale. Cambiaso è un jolly prezioso, ha personalità notevole e sa imbeccare gli attaccanti anche in verticale: una realtà che farà comodo anche a Spalletti".

Potrebbe essere l’ultimo derby di Juric e Allegri: che sensazioni ha?

"Juric a me sembra l’allenatore perfetto per il Toro, mette sempre in campo una squadra aggressiva e battagliera, come vuole il pubblico granata. Allegri mi sembra più vicino alla fine del ciclo: è difficile che un allenatore rimanga alla Juve per tre anni senza vincere. Penso abbia ancora tanto da dire, soprattutto con campioni da gestire con intelligenza e acume, ma credo che alla Juve forse sia il momento di cambiare".

Toro e Juve inseguono l’Europa: che possibilità hanno di raggiungerla e che partita si aspetta domenica?

"La Juve deve giocare 90 minuti come il primo tempo con la Fiorentina, altrimenti rischia. Ma la Champions credo sia ormai quasi certa. Per il Toro non sarà semplice arrivare in Europa: le squadre che sono davanti sono tutte attrezzate e di livello".

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Si rivede un po’ in Zapata e Vlahovic?

"Difficile rivedersi… Zapata ha una potenza atletica a volte disarmante. Non è solo uno stoccatore, quando è in condizione può far male anche partendo da solo dalla trequarti perché ha progressione, cambi di direzione e tiro. Vlahovic è più completo, magari essendo più giovane nei mesi scorsi è stato un po’ più vulnerabile sotto il profilo psicologico, perché avere la maglia numero 9 della Juve è un peso non da poco. Da un po’ di tempo è ripartito alla grande, è in condizione psicofisica perfetta, è il condottiero dell’attacco bianconero e si mette anche al servizio dei compagni. Sta prendendo per mano la Juve ed era ora, adesso la società deve mettergli qualche giocatore alle spalle che abbia la tecnica, l’intuizione e i tempi per dargli il pallone subito".

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