Locatelli e il problema Juve che Motta può risolvere: c’è voglia di cambiare

Il regista guarda al futuro, la sua autocritica non è passata inosservata: un chiaro assist al prossimo allenatore bianconero

TORINO - Voglia di nuova Juve. Che poi è voglia di tornare a respirare aria pulita, dopo quella pesante che per troppe settimane ha gravato sulla Continassa. Senza nulla togliere a quel che è stato: gli obiettivi stagionali, in fondo, sono stati raggiunti. E non era per forza scontato, così come era difficilmente prevedibile una Juventus in così alta quota al giro di boa del campionato. Ma la sfida di lunedì sera a Bologna, in un singolare incrocio tra passato e futuro, si è rivelata una cartina di tornasole delle pulsioni che animano lo spogliatoio bianconero. Dentro il tridente, dentro i giovani – da Yildiz a Fagioli – e via la ruggine: anche così si spiega la clamorosa rimonta del Dall’Ara, al di là del clima da fine stagione intorno alla partita.

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Juve, senti Locatelli

Ma la voglia di nuova Juve, oltre che nell’arrembante finale in campo, è emersa anche a parole. Nel legittimo desiderio di resettare, ripartire e rinfrescare, appunto, senza prendere le distanze da un passato recente che non sarà scontato replicare, almeno fin da subito, a livello di risultati. "Ma bisogna essere oggettivi: l’anno prossimo dovremo giocare meglio – la premessa buttata sul tavolo da Manuel Locatelli, già proiettato a quel che sarà dopo aver sollevato al cielo di Roma la Coppa Italia –. Vogliamo giocare meglio, vogliamo tenere di più la palla. E questo atteggiamento, sinceramente, sarebbe importante anche per le mie caratteristiche: non è una critica a nessuno, semmai un dato di fatto".

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L'assist a Thiago Motta

Anche perché l’ex Sassuolo non si sottrae in alcun modo ad una buona dose di autocritica: "Se analizziamo le statistiche della stagione, ci sono state troppe partite in cui abbiamo sbagliato tanto tecnicamente e questo va a pesare. Dobbiamo migliorare sotto tanti aspetti. Se la palla non la gestiamo, poi bisogna andare sempre a recuperarla. Ma gli altri sono bravi, lo abbiamo visto anche contro il Bologna: facciamo fatica a giocare così, perché ci arrabbiamo tra di noi e non va bene. Bisogna essere più organizzati, fare scelte migliori all’interno della partita: questo può essere un punto di partenza, anche se poi l’importante è sempre portare a casa il risultato". Una sintesi cui non potrà sottrarsi la prossima guida tecnica della squadra, poltrona tenuta in caldo per Thiago Motta.

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Locatelli guarda avanti

Novità in merito sono attese già nelle prossime ore, a stretto giro di posta, anche se tra il finale di questa stagione e l’inizio della prossima c’è di mezzo il mare. Intenso come il periodo di ferie in cui i giocatori staccheranno la spina: un colpo di spugna, mai come in questo caso, potrà essere vitale per l’entusiasmo e le ambizioni della squadra. "Questa stagione deve finire – il laconico commento di Locatelli sull’argomento –. È stata molto difficile, per tutto l’ambiente, anche se poi parlano i fatti: in Champions ci siamo arrivati e abbiamo vinto la Coppa Italia. E questa è la realtà. Vincere un trofeo è stata quasi una liberazione, perché alla Juve conta vincere, e questo è stato un passo importante da cui ripartire". A proposito di guardare a nuovi orizzonti senza screditare un passato vissuto in maniera intensa, anche se le tensioni delle ultime settimane hanno rischiato di lasciarne un ricordo ingiustamente distorto. Al termine della stagione mancano appena 90’, sabato pomeriggio in casa contro il Monza, per di più ininfluenti in termini di macro-obiettivi da raggiungere, poi sarà tempo di pensare a quel che sarà. Ovvero a un’annata che inevitabilmente germoglierà sotto nuovi presupposti, e che si annuncia lunga e dispendiosa come forse mai prima. "Ora finiamo questa stagione, intanto, poi stacchiamo: abbiamo bisogno di farlo, altrimenti rischiamo di impazzire". Ecco, appunto.

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TORINO - Voglia di nuova Juve. Che poi è voglia di tornare a respirare aria pulita, dopo quella pesante che per troppe settimane ha gravato sulla Continassa. Senza nulla togliere a quel che è stato: gli obiettivi stagionali, in fondo, sono stati raggiunti. E non era per forza scontato, così come era difficilmente prevedibile una Juventus in così alta quota al giro di boa del campionato. Ma la sfida di lunedì sera a Bologna, in un singolare incrocio tra passato e futuro, si è rivelata una cartina di tornasole delle pulsioni che animano lo spogliatoio bianconero. Dentro il tridente, dentro i giovani – da Yildiz a Fagioli – e via la ruggine: anche così si spiega la clamorosa rimonta del Dall’Ara, al di là del clima da fine stagione intorno alla partita.

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Ma la voglia di nuova Juve, oltre che nell’arrembante finale in campo, è emersa anche a parole. Nel legittimo desiderio di resettare, ripartire e rinfrescare, appunto, senza prendere le distanze da un passato recente che non sarà scontato replicare, almeno fin da subito, a livello di risultati. "Ma bisogna essere oggettivi: l’anno prossimo dovremo giocare meglio – la premessa buttata sul tavolo da Manuel Locatelli, già proiettato a quel che sarà dopo aver sollevato al cielo di Roma la Coppa Italia –. Vogliamo giocare meglio, vogliamo tenere di più la palla. E questo atteggiamento, sinceramente, sarebbe importante anche per le mie caratteristiche: non è una critica a nessuno, semmai un dato di fatto".

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