TORINO - Voglia di nuova Juve. Che poi è voglia di tornare a respirare aria pulita, dopo quella pesante che per troppe settimane ha gravato sulla Continassa. Senza nulla togliere a quel che è stato: gli obiettivi stagionali, in fondo, sono stati raggiunti. E non era per forza scontato, così come era difficilmente prevedibile una Juventus in così alta quota al giro di boa del campionato. Ma la sfida di lunedì sera a Bologna, in un singolare incrocio tra passato e futuro, si è rivelata una cartina di tornasole delle pulsioni che animano lo spogliatoio bianconero. Dentro il tridente, dentro i giovani – da Yildiz a Fagioli – e via la ruggine: anche così si spiega la clamorosa rimonta del Dall’Ara, al di là del clima da fine stagione intorno alla partita.
Gli uomini di Giuntoli alla Continassa: sta per iniziare la rivoluzione Juve
Juve, senti Locatelli
Ma la voglia di nuova Juve, oltre che nell’arrembante finale in campo, è emersa anche a parole. Nel legittimo desiderio di resettare, ripartire e rinfrescare, appunto, senza prendere le distanze da un passato recente che non sarà scontato replicare, almeno fin da subito, a livello di risultati. "Ma bisogna essere oggettivi: l’anno prossimo dovremo giocare meglio – la premessa buttata sul tavolo da Manuel Locatelli, già proiettato a quel che sarà dopo aver sollevato al cielo di Roma la Coppa Italia –. Vogliamo giocare meglio, vogliamo tenere di più la palla. E questo atteggiamento, sinceramente, sarebbe importante anche per le mie caratteristiche: non è una critica a nessuno, semmai un dato di fatto".