Motta o non Motta? Dalla faccia al quarto posto, l’obiettivo da minimo a massimo per tentare di dare un senso a una stagione ormai infausta, la Juventus si gioca già tutto nella prossima sfida casalinga contro il Genoa. Il giro di boa della gestione di Thiago che in caso di ennesimo ko (possibilmente anche di pareggio) potrebbe davvero non essere più l’allenatore della prima squadra. Perché nonostante si continui a fare quadrato e nonostante le dichiarazioni di facciata, la posizione dell’italo-brasiliano non è mai stata così in bilico. I bookmaker fiutano già l’odore del cambiamento, e raramente sbagliano, tant’è che la quota dell’esonero entro fine campionato si è abbassata ulteriormente. Mancini, Tudor e Magnanelli. Loro sono i tre nomi che la dirigenza della Juventus starebbe seriamente valutando nel caso in cui arrivasse la drastica decisione della separazione a campionato in corso. Dopo aver invocato a gran voce il nome di Antonio Conte per la prossima stagione, il popolo bianconero, tramite un sondaggio sul canale Whatsapp di Tuttosport, si è chiaramente espresso sulle preferenze qualora dovesse invece verificarsi lo scenario appena descritto.
Francesco Magnanelli è tra i nomi dei possibili sostituti di Thiago Motta in caso di esonero. Da tre anni ha intrapreso la carriera da allenatore, dopo aver giocato per tantissimi anni da calciatore con la maglia del Sassuolo. È cresciuto nei campi di provincia fino ad arrivare in Serie A, oltre all'Europa League, con costanza e sacrifici. Le stesse caratteristiche che si è portato dietro anche dall'altra parte della barricata. Ha nel DNA grinta e capacità di combattere per raggiungere gli obiettivi, basti pensare alla sua carriera da calciatore per rendersene conto. In panchina ha dimostrato sin da subito, con la Primavera della Juve, le sue capacità. Un percorso interessante con la squadra in lotta per playoff e che ha dovuto superare qualche difficoltà nel corso della stagione.
L'ottimo lavoro con i giovani
Normale quando si ha a che fare con ragazzi giovani che devono crescere e migliorare. Nel suo curriculum ci sono due anni da collaboratore tecnico: prima in neroverde con Dionisi e poi alla Juve con Allegri. Proprio gli insegnamenti di Max gli sono stati utili per iniziare il nuovo percorso alla guida della Primavera assieme a Padoin come vice. Il modulo utilizzato dal tecnico dei giovani è identico a quello utilizzato da Motta, ovvero il 4-2-3-1. Ma nel corso della stagione ha saputo variare anche a seconda dell'avversario o dei ragazzi a disposizione. Ha iniziato con il 3-4-2-1 salvo poi trovare correttivi ad annata in corso fino ad arrivare allo schema attuale che può trasformarsi in un 4-4-2. Gioventù, freschezza e nuove idee di gioco. Questi i comandamenti di Francesco Magnanelli. La possibile formazione: Di Gregorio; Weah, Gatti, Kalulu (Veiga), Cambiaso; Thuram, Locatelli; Nico Gonzalez (Conceicao), Koopmeiners, Yildiz; Kolo Muani. Ad aver scelto Magnanelli come possibile sostituto in corsa di Thiago Motta è stato l'11% dei votanti.
Igor Tudorè uno che la Juve la conosce bene, avendola vissuta da giocatore e poi da allenatore, seppur da vice di Andrea Pirlo nella stagione 2020-21. Prossimo ai 47 anni, il croato è attualmente senza panchina dallo scorso giugno, quando a seguito di alcune divergenze di vedute con il presidente Lotito e il ds Fabiani ha rassegnato le dimissioni da tecnico della Lazio. E pensare che la breve avventura in biancoceleste era andata tutt’altro che male, se diamo una rapida occhiata alle statistiche di Serie A: 18 punti in 9 gare di campionato per una media di 2 punti a partita. Il modulo che ha utilizzato negli ultimi anni è sempre stato il 3-4-2-1, un sistema tattico che potrebbe andare a nozze con l’attuale parco giocatori che la Juventus ha a disposizione. Se volessimo provare a ipotizzare una formazione per la fine del campionato e per quel posto Champions che vorrebbe dire tutto, non sarebbe poi troppo lontana da questa: Di Gregorio; Kalulu, Gatti, Renato Veiga; Weah, Locatelli, Thuram, Cambiaso; Koopmeiners, Yildiz; Kolo Muani.
Carattere forte
Cosa può dare uno come Tudor alla Juve? Di sicuro l’identità, il senso di appartenenza alla maglia e ai colori bianconeri. Emozioni e valori da trasmettere a un gruppo che in queste ultime uscite sembra piuttosto smarrito. “Nella Juve ho creato il mio DNA - aveva dichiarato per l’appunto nel corso di una recente intervista al nostro giornale - Qui ho vissuto 8 anni quando ero giovane, il club mi ha dato l’impronta di cosa sono diventato”. Un profilo forte, di carattere, pronto a metterci la faccia quando necessario, voglioso di ottenere il massimo dalla propria squadra. Antonio Conte vibes, verrebbe quasi da pensare. Ha un’esperienza diretta in Serie A (oltre alla Lazio le parentesi all’Udinese e la positiva annata da subentrato a Verona) e insieme a Mancini, l’altro candidato forte per l’immediato, avrebbe l’opportunità di prendere subito le redini della squadra in caso di esonero di Motta, trascinando l’intero gruppo alla preparazione del Mondiale per Club. Ad aver scelto Igor Tudor come possibile sostituto in corsa di Thiago Motta è stato il 38% dei votanti.
Fuoriclasse in campo, vincente da allenatore. E negli occhi di tutti gli italiani ancora l’abbraccio di Wembley con Vialli dopo il trionfo agli Europei del 2021. Un’immagine eterna, che restituisce la sensibilità e il coraggio di Roberto Mancini, al quale va subito dato un merito enorme. La valorizzazione dei giovani. Sotto la sua quinquennale gestione in azzurro, l’ex ct ha lanciato la bellezza di 57 giocatori. Va da sé che per alcuni la convocazione risultava talmente evidente da non rappresentare poi un pregio così grande, ma per altri è arrivata totalmente inaspettata. Un esempio su tutti, Pafundi: “Prima lui, poi tutti gli altri”. Una visione di vedere il calcio che, se applicata alla Juve, porterebbe a una nuova inversione di rotta. I vari Fagioli, Kean, Miretti, Nicolussi, Rovella e Soulé, sacrificati in nome del santo bilancio, stanno già facendo discutere (e non poco) il tifo bianconero, che inizia a mugugnare sull’operato di Giuntoli. Attualmente libero, dopo il tumultuoso divorzio con l’Italia e la non felicissima esperienza sulla panchina dell’Arabia Saudita che gli ha portato in dote una cinquantina di milioni, il Mancio è forse l’opzione principale per prendere sin da subito il posto di Thiago Motta, crollo contro il Genoa permettendo. Al netto del 3-5-2, sistema comunque utilizzato negli anni, ha un solo marchio di fabbrica: il 4-3-3. Calcio verticale, spazio agli esterni e un centravanti che deve far gol. La possibile formazione: Di Gregorio; Kalulu; Gatti, Veiga, Cambiaso; Thuram, Locatelli, Koopmeiners; Nico Gonzalez (Conceicao), Kolo Muani, Yildiz.
Ma voi ricordate Chiesa con Mancini?
Rappresenterebbe più di un piano B, quasi un cambio di paradigma rispetto alla scelta di Motta, individuato come lider maximo di un progetto che in realtà non è mai decollato. Tre Scudetti con l’Inter, 4 Coppe Italia, 2 Supercoppe Italiane, 1 Premier League (il titolo che avviò l’epopea del Manchester City), 1 Coppa d’Inghilterra, 1 Community Shield e una Coppa di Turchia. Fino, ovviamente, all’esaltante trionfo europeo con l’Italia. Un palamares che spesso viene quasi dimenticato ma che, di fatto, lo rende un vincente. L’altra grande qualità di spicco del Mancio, oltre alla valorizzazione dei giovani, è sicuramente la gestione dei veterani. Emblematico, in tal senso, il cammino di Chiellini e Bonucci che hanno guidato per mano la squadra fino ai dolci rigori contro l’Inghilterra. Con un profilo come Mancini, verrebbe quasi già da pensare in prospettiva, a come e quale potrebbe essere la rosa della Juventus nella prossima stagione. Non senza rimpianti, però. Vi basti ricordare il Federico Chiesa prime, forse il giocatore più valorizzato in quella Nazionale, accompagnato troppo presto alla porta bianconera. Ad aver scelto Roberto Mancini come possibile sostituto in corsa di Thiago Motta è stato il 51% dei votanti.
Motta o non Motta? Dalla faccia al quarto posto, l’obiettivo da minimo a massimo per tentare di dare un senso a una stagione ormai infausta, la Juventus si gioca già tutto nella prossima sfida casalinga contro il Genoa. Il giro di boa della gestione di Thiago che in caso di ennesimo ko (possibilmente anche di pareggio) potrebbe davvero non essere più l’allenatore della prima squadra. Perché nonostante si continui a fare quadrato e nonostante le dichiarazioni di facciata, la posizione dell’italo-brasiliano non è mai stata così in bilico. I bookmaker fiutano già l’odore del cambiamento, e raramente sbagliano, tant’è che la quota dell’esonero entro fine campionato si è abbassata ulteriormente. Mancini, Tudor e Magnanelli. Loro sono i tre nomi che la dirigenza della Juventus starebbe seriamente valutando nel caso in cui arrivasse la drastica decisione della separazione a campionato in corso. Dopo aver invocato a gran voce il nome di Antonio Conte per la prossima stagione, il popolo bianconero, tramite un sondaggio sul canale Whatsapp di Tuttosport, si è chiaramente espresso sulle preferenze qualora dovesse invece verificarsi lo scenario appena descritto.