“Juve senza identità e gioco. Salas e il derby della buca, la verità sul rigore”

Intervista esclusiva a Riccardo Maspero, che dal 2000 al 2003 ha indossato la maglia granata entrando nella storia del club come mattatore di uno dei derby torinesi più iconici della storia

Stavolta può essere arrivata finalmente l’occasione giusta per rivedere il Torino padrone della stracittadina. Questa Juve ha delle difficoltà e non è così superiore alla squadra granata come capitato negli ultimi anni. Ecco perché il Toro deve provare ad approfittarne”. Firmato Riccardo Maspero, che dal 2000 al 2003 ha indossato la maglia granata entrando nella storia del club come mattatore di uno dei derby torinesi più iconici della storia. Ottobre 2001: la Juve dopo mezz’ora conduce 3-0 e all’intervallo la pratica sembra chiusa. In avvio di ripresa entrano Maspero e Ferrante, che ribaltano la gara trascinando la squadra di Camolese a un clamoroso 3-3. A segnarlo proprio Ricky, che negli ultimi minuti salva pure la porta di Bucci con la celebre buca sul dischetto che indurrà Marcelo Salas a calciare alle stelle il rigore del possibile 4-3. Insomma, chi meglio dell’ex allenatore di Pavia e Giana per giocare in anteprima il Derby della Mole con un occhio al futuro senza dimenticare le emozioni del passato.

Che gara si aspetta?

Il Toro deve puntare a togliere le certezze alla Juve, che le sta già perdendo gara dopo gara. Serve una squadra corta e compatta per ottenere quella benedetta vittoria che manca ormai da troppi anni”.

Il suo Toro nelle stracittadine faceva tremare una Juve piena di campioni come quella di Lippi. Come mai negli ultimi anni i granata faticano così tanto?

Credo incida il fattore psicologico. Il Derby esula dall’andamento del campionato, dove la Juve ha sempre avuto una forza e ambizioni maggiori rispetto al Toro. A furia di perdere evidentemente è subentrato un po’ il complesso di questa gara, soprattutto a livello di approccio anche se poi in questi anni il Torino la prestazione l’ha sempre fatta, venendo punito solo dalle giocate dei singoli. A livello tattico i granata non hanno mai sofferto contro la Juve e da qui devono ripartire”.

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Juve senza identità

Chi può essere l’uomo derby?

Punto su Zapata. Duvan è tornato a grandi livelli e fa reparto da solo. È l’ideale finalizzatore del gioco espresso dalla squadra. Mi aspetto una prova di grande spirito da parte di tutto il Torino, che deve puntare sul collettivo per superare le individualità juventine”.

Quali sono gli uomini chiave della Juve?

Vlahovic e Chiesa. Se gira Federico, i bianconeri diventano pericolosi e sono dipendenti da Dusan”.

Si aspettava di più dalla squadra di Allegri quest’anno?

Questa Juve è una squadra strana, direi quasi indecifrabile. Non avendo identità e organizzazione di gioco, non si riesce mai a capire che tipo di gara faranno. Vivono sugli acuti estemporanei dei campioni come Chiesa e Vlahovic”.

Toccherà a Buongiorno cercare di fermarli…

Mi piace molto. È già al secondo campionato di alto livello e sono convinto possa fare un percorso importante. Lui e Bellanova devono essere i punti fermi da cui ripartire se il Toro vuole andare in Europa l’anno prossimo”.

A proposito di Bellanova: si parla di Nazionale e grandi club inglesi nel suo futuro. È pronto per la Premier League?

Ormai bastano 5-6 partite di alto livello e si diventa pronto per qualsiasi traguardo. Questo ovviamente non è colpa di Bellanova, ma della mediocrità che c’è in giro. Una volta servivano almeno due anni a grandi livello per conquistare la convocazione in Nazionale. Raoul non era un bidone quando l’ha scaricato l’Inter e non è un fenomeno ora. È un talento interessantissimo con margini di miglioramento importanti, ma serve calma nei giudizi”.

Cosa manca al club granata per centrare il ritorno nelle coppe europee?

Per puntare all’Europa serve una rosa più ampia e di maggior qualità: serve uno sforzo maggiore da parte del club sul mercato. Solo così si può alzare l’asticella”.

Il Toro deve ripartire da Juric o è il caso di cambiare guida tecnica?

Credo sia giusto per il Torino e lo stesso Juric salutarsi dopo un bel ciclo di 3 anni. Nel calcio dopo un po’ serve aria nuova: altrimenti difficile trovare stimoli nuovi per restare competivi e si rischia di scivolare nell’apatia”.

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Il rigore di Salas

Con lei non possiamo non rivivere il celebre derby del 14 ottobre 2001

Una partita pazzesca. Io e Ferrante eravamo in panchina e a ogni gol della Juve ci guardavamo in faccia come a dire ‘ma cosa sta succedendo?’. Quella bianconera era una squadra fortissima e dopo mezz’ora stava già in vantaggio per 3-0. Sembrava una partita chiusa…”.

Sembrava…

“(Sorride, ndr). Invece riuscimmo a fare qualcosa di straordinario. Merito di un gran collettivo: quel Torino non era una squadra di fenomeni, ma un gruppo di amici veri dotati di grande cuore e carattere. Sentivamo il peso e il valore di quella maglia, alla quale eravamo molto legati. Così nell’intervallo ci siamo guardati negli occhi, caricandoci a vicenda nonostante il triplo svantaggio, e l’abbiamo ribaltata”.

Lei fu uno dei principali protagonisti.

Far gol a un campione come Gigi Buffon sotto la Maratona è un’emozione che lascia il segno. Fu il completamento di una rimonta folle…”.

Dopodiché nel finale ha “fatto” sbagliare pure il rigore del possibile 4-3 a Salas. Come è andata dal dischetto con quella che fu ribattezzata la buca di Maspero?

Da rigorista prima delle partita ero solito andare prima della partita sul campo per controllare le zolle intorno al dischetto. Mi accorsi subito che lì vicino partiva l’irrigazione e quindi non erano tutte omogenee. Inoltre vidi che c’era pure tanto gesso intorno al dischetto e così cercai di dare una mano in fase difensiva (ride, ndr). In quel frangente ho pensato, proviamo a disturbare Salas e vediamo se può creargli delle turbative nel calciare il rigore. Ed in effetti, così è stato. Lui ha messo la palla proprio sopra la buca e ha calciato di collo. Calciando di collo sopra la buca, il pallone si è alzato e fortunatamente è andata bene per noi. D’altronde quando si va a calciare un rigore serve la massima attenzione su tutto e non va tralasciato alcun particolare…”.

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Stavolta può essere arrivata finalmente l’occasione giusta per rivedere il Torino padrone della stracittadina. Questa Juve ha delle difficoltà e non è così superiore alla squadra granata come capitato negli ultimi anni. Ecco perché il Toro deve provare ad approfittarne”. Firmato Riccardo Maspero, che dal 2000 al 2003 ha indossato la maglia granata entrando nella storia del club come mattatore di uno dei derby torinesi più iconici della storia. Ottobre 2001: la Juve dopo mezz’ora conduce 3-0 e all’intervallo la pratica sembra chiusa. In avvio di ripresa entrano Maspero e Ferrante, che ribaltano la gara trascinando la squadra di Camolese a un clamoroso 3-3. A segnarlo proprio Ricky, che negli ultimi minuti salva pure la porta di Bucci con la celebre buca sul dischetto che indurrà Marcelo Salas a calciare alle stelle il rigore del possibile 4-3. Insomma, chi meglio dell’ex allenatore di Pavia e Giana per giocare in anteprima il Derby della Mole con un occhio al futuro senza dimenticare le emozioni del passato.

Che gara si aspetta?

Il Toro deve puntare a togliere le certezze alla Juve, che le sta già perdendo gara dopo gara. Serve una squadra corta e compatta per ottenere quella benedetta vittoria che manca ormai da troppi anni”.

Il suo Toro nelle stracittadine faceva tremare una Juve piena di campioni come quella di Lippi. Come mai negli ultimi anni i granata faticano così tanto?

Credo incida il fattore psicologico. Il Derby esula dall’andamento del campionato, dove la Juve ha sempre avuto una forza e ambizioni maggiori rispetto al Toro. A furia di perdere evidentemente è subentrato un po’ il complesso di questa gara, soprattutto a livello di approccio anche se poi in questi anni il Torino la prestazione l’ha sempre fatta, venendo punito solo dalle giocate dei singoli. A livello tattico i granata non hanno mai sofferto contro la Juve e da qui devono ripartire”.

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