Europei Under 21 prima senza Var, ora dai quarti: grazie Ceferin
Imbarazzo, incredulità, stupore e rabbia sono il triste spettro emotivo delle reazioni a Francia-Italia da parte di chiunque si sia 'goduto' lo spettacolo messo in mostra a Cluj, in occasione della partita inaugurale degli azzurrini nel torneo. Uno show in potenza, nei fatti messo in piedi come un torneo rionale, senza alcun tipo di supporto tecnologico: il risultato - tra gol regolari non assegnati, falli di mano non visti in area e non puniti e interventi durissimi non sanzionati e decisivi - era una sensazione di spaesamento e impotenza, l'essere catapultati di forza in un passato di cui non si percepisce alcuna nostalgia e che nell'ipervelocità dell'evoluzione del mondo in cui viviamo è già preistoria. Il Mondiale U20, organizzato dalla Fifa, aveva il VAR nonostante fosse stato spostato in fretta e furia dall'Indonesia in Argentina...
Con quattro miliardi e mezzo di ricavi annuali a bilancio, pensare che il Var non fosse stato previsto per questione di costi è improponibile. Idem con patate per le infrastrutture, che in Romania e Georgia ci sarebbero eccome, come dimostra che sia stato possibile correre ai ripari, in maniera tardiva e comunque approssimativa. E allora perché, caro Ceferin? È questa la concezione del calcio del popolo che propone la Uefa? Il concetto di popolo, inteso come appassionati, tifosi, sportivi, amanti del gioco più bello del mondo, merita molto più rispetto.