Il cambio del capo di imputazione
C’è poi la questione del cambio di capo di imputazione, un salto da un articolo all’altro con il quale la Corte è arrivata «ad una sentenza di condanna non correlata con l’atto di deferimento». Insomma, uno va a un processo convinto di doversi difendere per un fatto e finisce condannato per un altro: «La Corte d’Appello Federale, solo nel segreto della camera di consiglio, ha deliberato su un nuovo e autonomo tema decidendo, senza alcun contraddittorio con la difesa dei deferiti. tale modo di procedere si è così inevitabilmente risolto in una grave e palese violazione del diritto di difesa e del diritto al contraddittorio ai sensi dell’articolo 24 della Costituzione, oltre che dei principi del giusto processo, richiamati, come noto, anche dall’articolo 2 del Codice di Giustizia del Coni e dal 44 di quello della Figc». E questo non è un dettaglio per uno Stato di Diritto.
"Il sistema fraudolento in partenza"
C’è infine un altro punto interessante, fra molti toccati dalle oltre 90 pagine del ricorso: «L’addebito di aver realizzato un “sistema fraudolento in partenza” è smentito già dalla preliminare considerazione per cui le plusvalenze hanno inciso solo in minima parte sul totale dei ricavi del club. Nel triennio dal 2018 al 2021 i ricavi della Società ammontano a 1,675 miliardi di euro, le plusvalenze contestate come fittizie nel deferimento sono pari a 60 milioni, rappresentando solamente il 3,6% del totale dei ricavi». Di quale vantaggio sportivo stiamo parlando?