Alla fin fine, Allegri ha più pregi o difetti?
«Sono affascinato dal modo di gestire di Allegri, a volte ha l’aria da santone, a volte è irriverente o antipatico, altre dimesso. Per intelligenza e umiltà mi ricorda Trapattoni: sempre a disposizione dei giocatori per fare qualunque cosa che gli consentisse di arrivare al risultato. Il difetto sta nel troppo attendismo delle sue squadre, mancano di iniziativa. Poi se gli attaccanti segnano poco sarà colpa di Allegri? Parliamo di gente come Vlahovic, Milik e Kean, abituata a fare gol. Magari è un problema individuale, però vorrei anche vedere nel corso di una partita dieci cross per il serbo».
Nella scorsa stagione la Juve era a -7 adesso è a +9 sul Napoli: ha inciso di più la ritrovata serenità bianconera dopo la ricostruzione societaria o l’appagamento del Napoli dopo i fasti dello scudetto?
«Pesa di più la situazione del Napoli, anche se quello che è successo alla Juve è stato terribile, ma lo ha superato brillantemente come squadra e società. Il Napoli invece non è stato capace di confermarsi a quei livelli: dopo quattro mesi di campionato tra Garcia, che non avrei mai preso, e Mazzarri, che ha sconfessato il suo 3-5-2, possiamo serenamente dire che Spalletti era tutto: non perché ha vinto, ma perché il Napoli senza quella guida non è più se stesso. Eppure, tranne Kim, è la stessa squadra dell’anno scorso... Ciò conferma che è possibile arrivare, ma difficilissimo ripetersi. Perciò la Juve che ha vinto 9 scudetti di fila ha compiuto un’impresa straordinaria».
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