Giuntoli manca di più al Napoli o è l’elemento in più della Juventus?
«Per la Juve è ancora troppo presto, va giudicato dopo due-tre sessioni di mercato, anche se la quotidianità è straordinariamente importante, chi la sottovaluta sbaglia: i rapporti tra società, giocatori, allenatori equivalgono a punti. In questo Boniperti era il numero uno: alla gente interessa solo il gol, ma dietro alla vittoria c’è la gestione quotidiana dei giocatori e dei rapporti con i vari componenti delle loro vita. A Napoli Giuntoli era più un direttore sportivo e aveva creato una bella squadra di lavoro: servono persone giuste al posto giusto capaci di collaborare e lavorare in armonia».
Veniamo alle squadre: i due giocatori simbolo?
«Per la Juve Rabiot: potrebbe giocare meglio però è il giocatore simbolo anche di Allegri, che non lo sostituisce mai. Allegri è stato bravissimo a dargli fiducia e a responsabilizzarlo, si dovrebbe fare così con tutti i giocatori, anche con i campioni. Per il Napoli è difficile scegliere: dico Politano perché è l’unico capace di prendersi qualche responsabilità. Una scelta che dice tanto visto che nella squadra giocano Osimhen, Kvaratskhelia e Lobotka».
Chiesa-Vlahovic contro Osimhen-Kvaratskhelia: come lo vede il duello?
Chiesa-Vlahovic contro Osimhen-Kvaratskhelia: come lo vede il duello?
«Dipende dall’atteggiamento delle squadre: se Kvaratskhelia ha spazio è incontenibile, la Juve non deve commettere l’errore di non raddoppiare sulla sua fascia, Gatti potrebbe andare in difficoltà senza l’aiuto di McKennie. Allegri adotterà la stessa tattica usata con l’Inter, a maggior ragione perché il Napoli giocherà in attacco e lascerà alla Juve lo spazio per il contropiede. I bianconeri non dovranno concedere l’uno contro uno a Kvaratskhelia e Politano».
Quale sarà il reparto nevralgico che deciderà le sorti del match?
«Il centrocampo, senza dubbio, perché Maradona e Platini, che facevano reparto da soli, non ci sono più».
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