Come lo scudetto del 2006
Anche perché, in fondo, è la stessa storia dello scudetto del 2006, quello che la Juventus di Andrea Agnelli ha chiesto di togliere dall’albo d’oro dell’Inter, rivolgendosi all’inizio presso la Figc. Una vicenda iniziata dopo che il processo penale di Calciopoli aveva fatto emergere le intercettazioni che coinvolgevano i dirigenti e la proprietà dell’Inter. Materiale grazie al quale il procuratore Figc di allora, Stefano Palazzi, nel luglio del 2011, aveva prodotto la famigerata “relazione”, ovvero un documento nel quale lo stesso Palazzi accusava l’Inter di illecito sportivo, senza procedere però a nessun deferimento né processo, perché era intervenuta la prescrizione. La Juventus aveva, comunque, chiesto la revoca dello scudetto assegnato all’Inter nell’estate del 2006, in seguito ai processi sportivi di Calciopoli, ma l’allora Consiglio Federale, presieduto da Giancarlo Abete, dribblò la questione con una arzigogolata dichiarazione di incompetenza, quella che possiamo definire la madre di tutte le incompetenze. Perché, nonostante molti, anzi moltissimi, nutrissero qualche dubbio sull’assegnazione di quello scudetto, proprio alla luce delle prove emerse nel processo penale (pure i media più “amici”, per intendersi), nessuna istituzione sportiva e nessun tribunale amministrativo ha mai avuto il coraggio di dire che quello scudetto andava revocato. La vicenda si è chiusa ad agosto 2023, con il ricorso della Juventus respinto dal Consiglio di Stato, confermando quanto deciso dal Tar del Lazio nel 2022, ovvero che la questione non è, ovviamente, di loro competenza. Proprio come aveva fatto il Tnas e il collegio di Garanzia del Coni.