Bremer, il prezzo giusto
Che c’entra Bremer in tutta questa situazione? C’entra, c’entra eccome. È lì in mezzo alle strategie di mercato, quasi monumentale come a baluardo di Szczesny. Riassunto delle puntate precedenti: qualche tempo fa, malgrado un vincolo già rassicurante (2027), Giuntoli ha prolungato di un anno il contratto del brasiliano, concedendogli però una clausola di uscita. Ovvero un prezzo già fissato per trasferirsi altrove. Cioè una valutazione che non è da outlet, ma nemmeno da boutique di calciomercato. Tolti un po’ di decimali sparsi, l’uscita di Bremer frutterà alla Juventus appena 55 milioni. “Appena”, sì. Perché i soldi non sono pochi ma nemmeno tanti. Anche se la Juve conserva una significativa ultima parola per rendere tormentata la decisione di Bremer, il confronto con i più recenti movimenti internazionali fa immaginare che la quotazione condivisibile di Bremer sarebbe stata non inferiore a 70-75 milioni.
Ha ventisette anni ed è reduce da una stagione in cui è migliorato e maturato. Vero che nell’impostazione del gioco fa più passaggini che passi (e passaggi) in avanti, però appare sempre più autorevole. In giro per l’Europa, non ci sono tanti difensori centrali con le caratteristiche e l’affidabilità di Bremer. Ecco perché la clausola sembra abbastanza striminzita come importo. E poi, al di là del valore economico, di fatto la Juventus non controlla più la decisione finale, che passa nelle mani del giocatore e del suo agente. Così il prossimo, si presume senza andarci tanto lontano, diventerà l’ultimo derby per Bremer. Che magari, per il mercato di Giuntoli, sarà anche un buon inizio. Ma dipende. Perché il calcio sembra semplice ma non lo è. E il calciomercato nemmeno. Vale la vecchia regola: non è fondamentale chi vendi, basta non sbagliare chi compri. L’importante è metterla in pratica, però.