Gigi Buffon ieri e oggi. In una lunga intervista rilasciata a Fanpage, l'ex bandiera della Juve e oggi capo delegazione della Nazionale si racconta a tutto spiano, senza fronzoli, come fatto nel suo libro 'Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi' uscito recentemente. Gli inizi della carriera, i momenti difficili e la gloria, la depressione, le sconfitte e le soddisfazioni. Si passa poi all'attualità tra il momento dell'Italia, i Mondiali 2026 e il campionato di Serie A in corso con una lotta serratissima per il primo posto che vede coinvolto il suo ex compagno di squadra e allenatore Antonio Conte. Senza tralasciare, ovviamente, la Juve passata e quella del presente.
Buffon e la salute mentale
Buffon parte dal percorso fatto in carriera, in cui restare al top per anni è difficilissimo per (quasi) tutti: "Io penso che le due peculiarità che ho avuto, che sotto certi aspetti mi piacciono di me, sono una grande passione e una grande dedizione al lavoro: perché lo ritengo una cosa seria, visto che si riverbera su tantissime altre persone. Forse soprattutto per questo. Poi sono uno che non si è mai preso sul serio, nel senso che sono molto autoironico, dissacrante e autodissacrante. Alla fine non mi sono sentito mai niente di speciale, anzi mi son sentito molto fortunato perché ho fatto diventare un sogno il mio lavoro".
Un lavoro contrassegnato comunque da alti e bassi. Buffon non ha mai nascosto di aver vissuto una fase di depressione, eppure il tema della salute mentale sembra stia via via diventando sempre più centrale: "Negli ultimi tempi qualcosa sta cambiando e sta migliorando, che ci sia un discorso di apertura diverso rispetto a prima mi fa piacere perché questo vuol dire che persone che vivono quel malessere hanno la possibilità di poterlo condividere e questo è un peso che si porta insieme ad altri. La verità è che ognuno di noi è sempre impaurito dal giudizio degli altri e dal nostro mondo, dal doversi mostrare sempre e comunque perfetto, indistruttibile, intelligente, colto, che vai a messa tutte le domenica e che non bestemmi mai…".