Sistema di plusvalenze. Ma come?
E dunque? E dunque la Roma ha messo in piedi un sistema di plusvalenze, evidentemente premeditato, con lo scopo di ottenere un preciso risultato a bilancio. Che poi per tagliare il traguardo sia stato ceduto un giocatore o un altro, al di sopra di ogni discorso di campo, poco importa: l’importante era raggiungere “quota 30”. Suona familiare? Decisamente sì, perché “sistema” è la parolina magica in funzione della quale la Juventus è stata punita e tutti gli altri club assolti. Con tanto d’accusa di scribacchiare negli appunti delle generiche “x” al posto dei nomi dei calciatori, perché tanto la priorità era un’altra ed era di natura finanziaria. Ecco, appunto.
"Fenomeno sistematico"
Certo, i più attenti potrebbero contestare la differente natura delle operazioni: numerosi scambi nel caso della Juventus, singole cessioni nel caso della Roma. Ma la Corte Federale d’Appello, nelle sue motivazioni, ha dettagliatamente spiegato come “scopo del processo sportivo non sia giungere a una determinazione numerica dell’ammontare delle singole plusvalenze, bensì individuare se il fenomeno possa essere considerato sistematico”. Il sistema di plusvalenze, rieccoci. Quello che ogni club, dalla notte dei tempi, struttura nel momento in cui ha bisogno di far quadrare i conti. Alla Juventus è costato l’esclusione dalla prossima Champions League, a Tiago Pinto gli applausi ammirati degli addetti ai lavori.