Juric e il tabù Juve: l'ultimo derby prima dell'addio al Toro

Il tecnico granata a fine stagione andrà via, ma prima vuole strappare ai bianconeri la vittoria che gli è sempre mancata
Juric e il tabù Juve: l'ultimo derby prima dell'addio al Toro© Marco Canoniero

TORINO - Ieri il bagno di folla al Filadelfia e da oggi inizia la preparazione vera e propria del derby. Nel senso che Ivan Juric intende liberare la testa dei giocatori da aspettative e pressioni. Punta a portare la squadra in campo senza l’assillo di considerare il derby come la sfida della vita, vuole che i suoi giocatori scendano in campo tranquilli come se si trattasse di un match di campionato... qualsiasi. Perché in certi casi troppa carica rischia di portare effetti contrari, quindi controproducenti. I granata sanno cosa devono fare e come comportarsi. Naturalmente sotto l’aspetto tattico (come detto prima) e quello della preparazione fisica il lavoro sarà al massimo. Quindi niente discorsi extratattici. I giocatori devono caricarsi da soli e come meglio credono.

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Quello di sabato sarà l’ultimo derby torinese per il tecnico croato visto che, come lui stesso ha fatto capire, a fine stagione con la scadenza del contratto andrà a provare nuove esperienze: "Se non riesco a regalare ai tifosi emozioni e soddisfazioni, è inutile continuare". Del resto anche la società non ha dato segni di volontà di prolungamento, quindi il futuro del Toro sarà con un nuovo allenatore anche se Ivan dovesse conquistare un piazzamento utile per partecipare ad una delle competizioni europee della prossima stagione. Il rapporto tra lui e la società si è deteriorato con il tempo e a questo punto è quasi impossibile ricucirlo. Ecco perché Juric vuole vincere il derby che non ha mai vinto. Ne fa una questione d’onore e prende spunto dalle sfide degli anni scorsi: "Alcune partite le abbiamo giocate molto bene e perse da calci da fermo. Per questo lavoreremo molto sotto questo aspetto". Quindi per lui questo match è ancora più speciale di quanto non lo sia per l’intero mondo granata. È anche una questione di puntiglio e Ivan è molto orgoglioso. Assieme ai giocatori sta preparando la sfida nei più piccoli particolari. Oltre a nuove disposizioni su punizioni e calci d’angolo, sta analizzando con attenzione le corsie laterali, quelle due zone di campo in cui i bianconeri spingeranno molto e con più giocatori, visto che Chiesa può spuntare sia a destra sia a sinistra e Kostic è abilissimo a mettere palloni al centro per la testa di Vlahovic. In questo senso, tanti esercizi tattici. Bellanova, per esempio, nel momento in cui si spingerà in avanti dovrà essere coperto (in difesa, ovviamente) da un centrocampista. Vietato, per rendere l’idea, sbilanciarsi troppo come è successo ad Empoli in occasione del secondo gol dei toscani, arrivato, dopo un pallone perso da Vojvoda, con tutti i granata in avanti. Mancava solo che Vanja lasciasse la porta...

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Detto questo, tra i giocatori c’è fiducia: nonostante l’incredibile sconfitta di Empoli, è ancora viva la possibilità di restare nel gruppo di squadre che combatterà fino alla fine per un posto in Europa. Per far questo, però, occorrerebbe una vittoria con la Juve e successivamente i tre punti con il Frosinone, che si presenterà al Grande Torino dopo il derby. Con sei punti le speranze rifiorirebbero nuovamente, ma in caso di sconfitta sabato sera probabilmente la corsa verso l’Europa si interromperà bruscamente. Siamo arrivati alla resa dei conti, non c’è più possibilità di sbagliare visto che nel suo cammino il Toro ha sprecato troppe occasioni, una dietro l’altra: ha sempre fallito la partita della svolta e stavolta non può più permetterselo. Vincere il derby, tra l’altro, darebbe una carica eccezionale. Tutto in una partita, dunque. Tutto d’un fiato.

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