Perché l'Inter scompare dalle indagini?
Già, ma perché quelle telefonate nelle informative non ci sono se gli stessi marescialli le hanno contrassegnate con il doppio baffo giallo o con il triplo rosso? Perché l’Inter scompare completamente dalle indagini? Finora, la risposta che veniva fornita da chi voleva difendere l’Inter e l’indagine è stata: "Perché le telefonate di Facchetti non erano rilevanti". Eppure i marescialli che stavano conducendo l’indagine la pensavano diversamente. E la pensa diversamente anche Stefano Palazzi, il procuratore del pallone, che quando ha potuto mettere le mani su quelle telefonate, seppure con colpevole ritardo, ha dato la stessa opinione. Penta: "È curioso che Palazzi abbia tarato il suo giudizio, nelle famose 72 pagine con cui ha archiviato per prescrizione tutti gli illeciti emersi con le nuove telefonate, allo stesso modo dei Carabinieri. Un esempio: le telefonate di Zamparini e Zanzi, per i Carabinieri, non sono rilevanti e anche per Palazzi non vi è traccia di comportamento al di fuori dei regolamenti. Viceversa, il procuratore federale è molto duro con alcune chiamate di Facchetti, per le quali prevede anche l’articolo 6 (illecito sportivo), guarda caso le stesse che i Carabinieri segnalano con il triplo baffo rosso".
Chi ha fatto sparire le altre telefonate?
Rimane inevasa la domanda: chi ha fatto sparire le telefonate? "Bisogna spiegare come funzionano le indagini in questi casi. I marescialli che ascoltano le telefonate,le devono, come già detto, brogliacciare e classificare secondo la loro rilevanza ai fini dell’indagine che – ricordiamolo – nell’ordinamento italiano non deve trascurare nulla che possa dimostrare l’innocenza dell’indaga- to. A quel punto la palla passa al loro superiore (nell’indagine di Calciopoli, l’allora Maggiore ora Tenente Colonnello Auricchio) che deve poi redigere le informative". E’ in quel passaggio che alcune centinaia di telefonate, tutte segnalate dai Carabinieri, si perdono e con quelle la possibilità di raccontare una realtà diversa nella quale sarebbero state quasi certamente diverse pure le sentenze. (articolo del 27 luglio 2011)