Giuntoli-De Laurentiis: il segnale
È già indicativo, peraltro, che lo stesso De Laurentiis stia scegliendo da solo l’erede di Spalletti senza confrontarsi con lo stesso Giuntoli: un chiaro segnale di come sappia di non poter più contare sul proprio uomo mercato. Tanto più che anche il nuovo allenatore (chiunque egli sia: non è questo il luogo per approfondire la questione) avrà per primo l’interesse a lavorare senza la presenza ingombrante di un ds che non ha scelto lui, che conosce la direzione di ogni spiffero di Castelvoturno, che ha appena vinto uno scudetto ed è portato in palmo di mano dall’intera città. Innescando, peraltro, qualche malmostosa invidia da parte dello stesso presidente.
Juve-Giuntoli, il momento decisivo
Questo discorso lo si potrà ripetere, magari giusto con sfumature diverse, almeno fino al 4 giugno quando vi sarà la festa scudetto nella gara contro la Sampdoria durante la quale, tra l’altro, il presidente potrebbe perfino piazzare il colpo a sorpresa di annunciare, se non addirittura presentare, il nuovo allenatore. Dopo, solo dopo si sbroglierà il nodo dell’addio (perché la strada è comunque tracciata) di Giuntoli. Il quale, in questi giorni, si guarda bene dal compiere avventati passi in avanti contattando procuratori o giocatori legati al suo prossimo club: conosce le dinamiche, i personaggi, ma non compie mosse azzardate che, peraltro, potrebbero anche rivelarsi inutili. Fino a quando non si conosceranno i dettagli su penalizzazioni, partecipazioni alle Coppe e dati di bilancio, è davvero un altro esercizio accademico discutere di arrivi, partenze e strategie. Giuntoli lo sa e non vuole sprecare energie su questioni per ora insondabili: osserva le dinamiche generali del mercato, mantiene i contatti, si informa e aspetta. Aspetta che De Laurentiis sistemi le sue priorità per, poi, definire le proprie. Certo: gli influencer social hanno tempi diversi e più ansiogeni, invece la realtà ha i propri ed è testarda. E alla lunga vince.