Il Real Madrid, club primatista al mondo per ricavi, si sfrega le mani in vista dell’estate, quando potrà abbracciare il finalmente maggiorenne Endrick, talento generazionale bloccato in Brasile a 16 anni appena. E, intanto, continua a sollevare trofei in serie grazie (anche) alle giocate di Vinicius Jr. e Rodrygo, a loro volta “prenotati” quando ancora erano minorenni di belle speranze che dispensavano sogni in patria. Il Manchester City, campione d’Europa in carica, ai fuoriclasse ricoperti di petroldollari dalla proprietà emiratina unisce un’infornata di campioncini sbucati dall’Academy che ha portato la società ad essere quella più virtuosa in materia su scala continentale, con addirittura 28 ragazzi del vivaio capaci di esordire alle dipendenze di Guadriola nelle ultime cinque stagioni.
Il calciomercato sta cambiando
Già, il calcio sta cambiando e il mercato di conseguenza: la corsa a giovani e giovanissimi è sempre più sfrenata, come è sempre più apprezzata quando non economicamente essenziale la filosofia che impone la valorizzazione dei prodotti forgiati in casa. E, se a questa verde politica aderiscono club tra i più facoltosi del globo come merengues e citizen, figurarsi quanto ne avrebbero bisogno tutti gli altri.