Juve, da Lotito a Premier e Arabia: nodi e insidie mercato su Milinkovic

Tutte le chiavi della difficile trattativa, il primo vero banco di prova bianconero per Giuntoli, e le possibili rivali nella corsa al centrocampista serbo

La storia è semplice solo all'apparenza: Milinkovic-Savic vuole la Juve e il suo contratto scade tra un anno, due elementi che associati possono far pensare a un affare destinato ad andare in porto. Le variabili da tenere in considerazione però sono molteplici. C'è innanzitutto da trovare una quadra con Claudio Lotito, per nulla spaventato dall'idea di trattare malgrado il buonsenso possa suggerire che non abbia il coltello dalla parte del manico.

In 19 anni da presidente della Lazio ha sempre ceduto alle sue condizioni, anche a costo di non incassare nulla e portare il giocatore a scadenza. Non è più il Lotito del caso Pandev, ma la sensazione che non siano i dettami del player trading (compra e rivendi nel miglior momento) a ispirare le mosse del mercato della Lazio è confermata dall'operato della società negli ultimi anni.

Il punto di vista della Lazio e cosa dice l'ambiente

La possibile partenza di Milinkovic è un fantasma che aleggia praticamente a ogni sessione di mercato. L'estate del 2018, ad esempio, sembrava quella giusta: arrivò però solo un'offerta del Milan, che fu rifiutata. Stavolta è Sarri a premere perché la questione si risolva: ha spiegato che se il calciatore non è "con la testa libera" il suo livello di rendimento può non essere massimo. Ha parlato apertamente di "problema". Sa che i soldi che arriverebbero dalla cessione del serbo sono necessari per costruire una rosa all'altezza delle sue aspettative, innanzitutto nelle alternative. Vero tallone d'achille della passata stagione: esaltante in campionato, deludente nelle coppe.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

A Sarri piace Rovella. E Pellegrini...

In mediana sostiuirebbe senza drammi Milinkovic con una mezzala di passo (uno con caratteristiche alla Allan, per capirci) e accetterebbe di buon grado un regista: apprezza Torreira, un distributore di palloni, con visione di gioco, caratteristiche che ha anche - con il vantaggio dell'età dalla sua - Nicolò Rovella. Proprio Rovella potrebbe essere la pedina di scambio gradita, forse anche più di Luca Pellegrini, che tuttavia il tecnico toscano apprezza. Sarà un mercato, in casa Lazio, ancora più a immagine e somiglianza di Maurizio Sarri, scenario favorito dall'addio del ds Igli Tare, con il quale l'intesa non era delle più affinare.

I tifosi della Lazio e l'addio a Milinkovic

L'ambiente e il tifo laziale (fortemente legato a Milinkovic, ormai a Roma da 8 anni) si sono quasi rassegnati all'idea di vederlo partire: la prospettiva di monetizzare e dare il via alla costruzione di una rosa più profonda, più adatta per gestire anche l'impegno in Champions League, non dispiace. Qualche critica (forse eccessiva) si è levata all'indomani dell'uscita dalla Conference League per mano dell'Az. Una delusione per il mondo Lazio, che Sarri addebita all'impossibilità di alternare le pedine. Uno scenario confermato dallo scarso ricorso a tutte e cinque le sostituzioni durante la stagione. E nel calcio di oggi anche i tifosi abbracciano il pragmatismo, che a volte supera il romanticismo soprattutto se di mezzo c'è la possibilità di migliorare la rosa. Il Napoli che cede Koulibaly e Fabian Ruiz (e perde Mertens e Insigne a zero) può rappresentare un valido esempio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Milinkovic, l'Arabia Saudita e non solo

La concorrenza però non manca e, si è visto, in queste prime settimane di mercato come si siano ridisegnati i rapporti di forza: i club dell'Arabia Saudita sono pronti a intervenire quando percepiscono la necessità di fare cassa in Europa. Le risorse del fondo sovrano saudita sono quasi infinite e portare in Saudi Pro League calciatori ancora nel pieno della carriera rappresenta l'operazione di branding più potente sul piano dell'immaginario. Uno scenario che l'agente di Milinkovic, Mateja Kezman, non ha scartato del tutto due settimane fa: "Dall’Arabia Saudita ci sono numerose squadre interessate a Sergej, ma per adesso ci sono anche altre opzioni sul tavolo. Questo non significa che la prossima stagione non possa giocare in Arabia, nella vita non si può mai sapere". L'Al Hilal sembrerebbe il club più avanti: risponderebbe volentieri ai colpi di Al Nassr e Al Ittihad, aggiungendo il serbo ai già acquistati Ruben Neves e Koulibaly. Il club più titolato del Paese ha chiuso l'ultima stagione al terzo posto, tredici punti sotto all'Al Ittihad campione e dietro all'Al Nassr di Cristiano Ronaldo di otto punti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Milinkovic e la Premier League

Ma in quanto a risorse ingenti non si può non fare riferimento alla Premier League, Superlega di fatto: solo la divisione dei ricavi da diritti tv rende le neopromosse meno blasonate più competitive sul mercato di un club italiano di fascia alta. Per mesi l'Arsenal ha monitorato con attenzione Milinkovic, ma Arteta alla fine ha preferito il combinato disposto di un calciatore con caratterstiche più difensive, e allo stesso tempo box-to-box, come Rice e un trequartista come Havertz. Ma c'è ancora il Chelsea, ad esempio, che in queste ultime settimane ha fatto posto in rosa (soprattutto in mezzo al campo: sono usciti Mount, Kanté, Loftus-Cheek, Kovacic e lo stesso Havertz) e dovrà aggiungere qualità senza le spese folli di questi ultimi mesi.

Milinkovic e le suggestioni italiane

La Juventus è forte del gradimento del calciatore e sa che la principale difficoltà sta nel convincere Lotito a scendere dalla valutazione di 40 milioni. Ma qualche voce negli ultimi giorni si è rincorsa e club come Napoli e Inter restano alla finestra. Le vie del mercato non sono infinite, anzi, sono subordinate alle cessioni e al denaro messo in circolo nel sistema da Inghilterra, Arabia Saudita e dai top club europei.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La storia è semplice solo all'apparenza: Milinkovic-Savic vuole la Juve e il suo contratto scade tra un anno, due elementi che associati possono far pensare a un affare destinato ad andare in porto. Le variabili da tenere in considerazione però sono molteplici. C'è innanzitutto da trovare una quadra con Claudio Lotito, per nulla spaventato dall'idea di trattare malgrado il buonsenso possa suggerire che non abbia il coltello dalla parte del manico.

In 19 anni da presidente della Lazio ha sempre ceduto alle sue condizioni, anche a costo di non incassare nulla e portare il giocatore a scadenza. Non è più il Lotito del caso Pandev, ma la sensazione che non siano i dettami del player trading (compra e rivendi nel miglior momento) a ispirare le mosse del mercato della Lazio è confermata dall'operato della società negli ultimi anni.

Il punto di vista della Lazio e cosa dice l'ambiente

La possibile partenza di Milinkovic è un fantasma che aleggia praticamente a ogni sessione di mercato. L'estate del 2018, ad esempio, sembrava quella giusta: arrivò però solo un'offerta del Milan, che fu rifiutata. Stavolta è Sarri a premere perché la questione si risolva: ha spiegato che se il calciatore non è "con la testa libera" il suo livello di rendimento può non essere massimo. Ha parlato apertamente di "problema". Sa che i soldi che arriverebbero dalla cessione del serbo sono necessari per costruire una rosa all'altezza delle sue aspettative, innanzitutto nelle alternative. Vero tallone d'achille della passata stagione: esaltante in campionato, deludente nelle coppe.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...